Carbon footprint e carbon neutrality aziendale: nuove pratiche di governance delle imprese che scelgono azioni permanenti a favore del clima – articolo di Elisa Gagliardi e Gaia Gentilucci di Uomo e Ambiente progresso sostenibile. L’articolo fa parte del Q13 Art-ica Arte e aziende per il clima del Settembre 2022 a cura di Antonella Grana

Le crisi climatiche in corso hanno reso ormai chiara la necessità urgente di un cambiamento della società umana per limitare il riscaldamento globale.
Per realizzare la transizione verso modelli di produzione e consumo a zero emissioni, l’Unione Europea, attraverso l’European Green Deal e l’European Climate Law, ha introdotto a livello comunitario gli obiettivi legalmente vincolanti della neutralità climatica entro il 2050 e della riduzione del 55% delle emissioni nette al 2030 rispetto al 1990.
Il nuovo Regolamento, oltre a istituire un organismo indipendente abilitato a monitorare i progressi e valutare un carbon budget dell’UE da oggi al 2050, obbliga gli Stati membri a rivedere i propri Piani nazionali per l’energia e il clima, in modo da allinearli con il nuovo target europeo complessivo del 55%. L’Italia, pur non avendo una specifica Legge sul Clima, ha scelto di integrare la tutela dell’ambiente in Costituzione (cfr. Art.9 e 41), formalizzando il suo impegno a contribuire a questo obiettivo vitale.
Per raggiungere questi sfidanti obiettivi il mondo del business deve giocare la sua parte e l’impegno verso la neutralità climatica deve diventare una finalità delle imprese, al pari della generazione profitto.
Le imprese dovranno adottare soluzioni innovative in chiave rigenerativa a lungo termine e in tutte le forme di espressione, dalla governance ai modelli operativi e di business. Lo scenario di business attuale potrebbe costituire una fortissima ondata di trasformazione per le imprese, che devono essere pronte ad agire e competere, stabilendo una direzione chiara e inequivocabile per contribuire a preservare gli equilibri climatici, assumendo un nuovo e innovativo mandato per il futuro.
Come i gas serra influiscono sul cambiamento climatico
I gas ad effetto serra intrappolano il calore emesso dal sole e dalla superficie terrestre e lo rilasciano in atmosfera. A causa delle attività antropiche, le concentrazioni di gas ad effetto serra (specialmente la CO2) sono aumentate, causando un innalzamento della temperatura media del pianeta. L’allarme per i crescenti livelli di CO2 nell’atmosfera è alto: la concentrazione di anidride carbonica nell’aria nel maggio 2022 ha raggiunto le 421 parti per milione (ppm), cioè il 50% in più rispetto all’epoca pre-industriale ed è caratterizzata da un ritmo di crescita (in aumento) di 2,5 ppm annue. I dati sulla concentrazione di CO2 danno un’idea chiara di quanto sia concreto il rischio di raggiungere il punto di non ritorno nel sistema climatico, per questo motivo è importante intervenire immediatamente e in maniera consistente

Carbon Footprint: cos’è
La Carbon Footprint (CF), conosciuta come impronta di carbonio o impronta climatica, è un indicatore che misura la quantità di emissioni di gas ad effetto serra, associate direttamente o indirettamente a un prodotto, un servizio o un’organizzazione ed è espressa in CO2 equivalente.
I gas a effetto serra che vengono considerati, in accordo con il Protocollo di Kyoto, sono:
- Anidride carbonica (CO2)
- Metano (CH4)
- Protossido di azoto (N2O)
- Idrofluorocarburi (HFCs)
- Esafluoruro di zolfo (SF6)
- Perfluorocarburi (PFCs).
Le tonnellate di CO2 equivalente (tCO2e) consentono di valutare l’effetto serra complessivo prodotto da tutti i gas prendendo come riferimento l’effetto serra prodotto dalla CO2, considerato pari a 1.
La Carbon Footprint rappresenta una quantificazione oggettiva delle emissioni, fondamentale per tutte le attività antropiche dato che, come noto, ciò che non si può misurare non si può migliorare.
Come si calcola la Carbon Footprint
Le norme ISO relative ai GHG (Greenhouse Gases) e utilizzate per il calcolo della cosiddetta Carbon Footprint si basano sulla quantificazione, il monitoraggio, la comunicazione e la verifica delle emissioni e/o rimozioni di gas GHG e possono essere applicate alle organizzazioni, a processi e prodotti.
Tali norme di riferimento sono costituite principalmente dalle seguenti tre:
- la norma ISO 14064-1, che descrive i principi e i requisiti per la progettazione, lo sviluppo, la gestione e la rendicontazione degli inventari GHG di un’organizzazione;
- la norma ISO 14064-2, che specifica i principi e i requisiti per determinare le linee di riferimento necessarie per il monitoraggio, la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di un progetto ed é focalizzata sui progetti che hanno come obiettivo di ridurre le emissioni di GHG (es. efficientamento energetico) o di aumentare la rimozione (es. riforestazione);
- la norma ISO 14067, che definisce i principi, i requisiti e le linee guida per la quantificazione dell’impronta di carbonio dei prodotti e il cui scopo è di regolamentare la quantificazione delle emissioni di gas a effetto serra associate all’intero ciclo di vita di un prodotto, a partire dall’estrazione delle risorse comprendendo l’approvvigionamento delle materie prime, le fasi di produzione, utilizzo e fine vita.
La Carbon Neutrality
Dopo aver calcolato l’impronta di carbonio, la Carbon Neutrality è uno degli obiettivi più ambiziosi che un’azienda possa intraprendere lungo un percorso di sostenibilità, come impegno concreto a favore del clima.
L’iter da seguire consiste in un percorso in tre step:
- quantificazione delle emissioni connesse ad un prodotto, ad un servizio o all’intera organizzazione (Carbon Footprint);
- definizione di un progetto di riduzione delle emissioni quantificate;
- attuazione del progetto di Carbon Neutrality attraverso l’avvio di azioni di compensazione (es. riforestazione) e/o l’acquisto di crediti di emissione.
Il percorso verso la Carbon Neutrality è un cammino virtuoso attraverso cui l’impresa si impegna ad attuare un’evoluzione progressiva del proprio modello operativo verso un’economia a zero emissioni di gas climalteranti, in linea con gli obiettivi europei di neutralità climatica e quelli nazionali di transizione ecologica. Dopo aver misurato in modo oggettivo e standardizzato l’impatto delle proprie attività, le aziende possono intraprendere una combinazionedi azioni per ridurre le proprie emissioni e di investimenti in progetti di riduzioni delle emissioni realizzati da altri.

Vantaggi per le organizzazioni
Oggi, per organizzazioni di qualsiasi tipologia e dimensione, conoscere e ridurre l’impronta di carbonio è cruciale per perseguire strategie veramente sostenibili: in un contesto economico e sociale che vede premiati fornitori e servizi a basse emissioni, la Carbon Footprint e i percorsi verso la neutralità climatica sono strumenti che valorizzano in termini competitivi le organizzazioni e le loro politiche di responsabilità sociale e ambientale.
Questi percorsi virtuosi hanno enormi potenzialità, che aziende ed organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore devono ancora esplorare a fondo.
Le organizzazioni, infatti, promuovendo il proprio impegno ambientale a favore del clima, possono raggiungere significativi vantaggi in termini di:
- miglioramento delle prestazioni economiche, attraverso azioni di riduzione dei consumi e degli sprechi, ossia in termini generali di efficientamento nell’uso delle risorse e in particolare di quelle energetiche (il cui beneficio risultante nella riduzione dei costi risulta nello scenario attuale un elemento vitale di sostenibilità);
- miglioramento della brand reputation e rafforzamento distintivo rispetto alla concorrenza, con incremento dell’interesse e della fiducia da parte degli stakeholder di riferimento, sia interni che esterni;
- miglioramento del posizionamento in termini di rating ESG, che favorisce l’incremento del valore aziendale nel medio-lungo termine.
In cammino verso Carbon Footprint e Carbon Neutrality
Intraprendere un cammino verso la carbon neutrality può richiedere competenze specialistiche che non tutte le organizzazioni hanno a disposizione al proprio interno e che possono quindi ricercare attraverso partner qualificati.
UOMOeAMBIENTE ha deciso di dimostrare il proprio impegno concreto impegnandosi in prima persona per la lotta al cambiamento climatico, prima di diventare promotore dello stesso servizio.
L’azienda ha calcolato le emissioni di gas ad effetto serra emesse nello svolgimento della propria attività di consulenza e ha sottoposto a certificazione da parte di Organismo accreditato l’inventario delle emissioni di GHG ai sensi della ISO 14064:1. Successivamente ha sviluppato un piano di riduzione e compensazione, adottando soluzioni edilizie ed energetiche efficienti per la propria sede e acquistando crediti generati da progetti di produzione di energia rinnovabile, per raggiungere la Carbon Neutrality. Il progetto di neutralità climatica è stato sottoposto a certificazione ai sensi della norma PAS 2060.
UOMOeAMBIENTE si propone quindi sul mercato come un partner affidabile e qualificato per accompagnare le organizzazioni in percorsi virtuosi, con cui misurare oggettivamente il proprio impatto climatico per intraprendere azioni di miglioramento con cui ridurre i propri consumi (obiettivo ad oggi di importanza vitale per la sostenibilità ambientale ed economica) e con cui costruire processi personalizzati di compensazione, sostenendo ad esempio progetti di produzione di energia rinnovabile o di piantumazione anche su scala locale.
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