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Mapping. Il Sile, storie di acqua

Il Sile è un fiume particolare, è un fiume di risorgiva che “spunta” dal profondo del terreno con polle di acqua limpida e vitale chiamate “Fontanassi”.

Fontanassi
“fontanasso”

Si può conoscere il Sile in due modi: dentro l’acqua, in canoa o piccole imbarcazioni, oppure a piedi o in bicicletta. Da parte nostra abbiamo iniziato a mappare due sentieri (in fondo alla pagina i due virtual tour) accessibili per la maggior parte dei tratti anche a disabili, e a esplorare, di conseguenza,  la natura che ci circonda. Il primo sentiero, da dove nasce, anzi “spunta” il Sile, è La Porta dell’Acqua situata nelle vicinanze del Gran Bosco dei Fontanassi. E’ un sentiero meno frequentato rispetto al secondo Il Cimitero dei Burci” ma, proprio perché meno frequentato, molto più rilassante.

Indubbiamente i Burci sono affascinanti, le carcasse che affiorano a pelo d’acqua, testimonianze di un’epoca “lenta” che non c’è più, l’accessibilità del percorso, richiamano molte persone, però con la bella stagione ce ne sono fin troppe. Sfortunatamente (o fortunatamente, dipende dai punti di vista) la domenica e nel periodo estivo sembra di essere in centro città. Ci sono volute ore per mappare il sentiero. Meglio l’inverno.

Sentiero gran bosco dei fontanassi
Sentiero Gran Bosco dei Fontanassi
cimitero dei burci
Cimitero dei Burci

L’umidità

Nel periodo estivo la natura è lussureggiante, c’è molto verde e una gran varietà di fiori. Ci ho riflettuto un attimo e ho cercato di rispondere alla domanda “perché venire qui e non altrove?” cosa posso trovare di particolare da raccontare? La risposta mi è arrivata dall’umidità. Ebbene sì, proprio l’umidità della Pianura Padana che tante volte fa deprimere con questi suoi cieli mai, o raramente, del tutto azzurri.

E’ stato surreale scoprire che nell’ultimo periodo, in cui ho frequentato altri luoghi, mi è mancata l’umidità (normalmente detestata) che ti fa provare la sensazione fisica di “attraversare” un luogo come se si nuotasse metaforicamente attraverso un’acqua impalpabile, che però si fa sentire e rende un po’ affannoso il respiro. In estate il verde che ti circonda è molto carico ma secondo me si può capire completamente questo ambiente di terra e acqua soprattutto in autunno e inverno. Con la nebbia…

nebbia
Nebbia lungo il Sile

La nebbia

Provate a immaginare le nebbie autunnali, i contorni dei luoghi che si sfumano, i suoni non sono nitidi ma ovattati. L’umidità la fa da padrona, di nuovo e più prepotentemente la sensazione di nuotare nel e attraverso il luogo. Il tempo resta sospeso, non si riesce ad avere la sensazione dell’orario perché il cielo non si vede. Eppure il rumore di sottofondo dell’acqua, di qualche nutria che si tuffa, il battito delle ali dei cigni definiscono i contorni del luogo.

Spesso con le attività di mappatura ci accusano di digitalizzare tutto e di far “impigrire” le persone che si farebbero il loro giretto virtuale senza spostarsi dal divano. Niente di più falso. Puoi vedere il luogo su uno schermo, puoi percorrere un sentiero, ma non puoi sentirlo. Riesci forse a “nuotare” nell’umidità? La sola immagine di un luogo non ne definisce la realtà complessa e mutevole. Sperimentare di persona è la parola d’ordine.

Panta rei, tutto scorre…  la realtà è un continuo divenire

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Mapping: Moby Dick in the woods

We were taking a short walk and taking pictures for the first phase of our project: mapping paths accessible for everyone. All of a sudden it was there or, better still, a shape that reminded me of him: Moby Dick, the white whale.

Mapping our world
Moby Dick in the woods

It was indeed a bit amazing to see such a shape along a path for pedestrians and it was amazing to find out a boat along a lonely track. Actually it shouldn’t be so strange, we were walking along a path close to Sile river, but it was unexpected.

mapping our world

By mapping our world we have found so many unexpected things in the past months, unexpected relationships between Nature and human beings. What can you see in this picture? Look at it carefully, we have been told that most people see “ivy”

What is it? Plastic trying to destroy natural environment or Nature claiming for its place back? For us the second one. What is our relationship with Nature, is it a Mother or a Stepmother? Honestly we do not have any answer, it is a contrasting and contrasted relationship and as long as we proceed with our activities we have more questions than answers

In the areas of earthquake (Central Italy) where we have seen the effects of destruction it could be easy to say “Nature as stepmother” but it is not so obvious, Nature in that area is so beautiful and imposing that the only possible way for reconstruction is a new environment friendly pact between humans and Mother Nature.

We have been successful so far in our attempt of integrating culture and environmental education, culture and technology for mapping our world, driving, walking for finding out the “unexpected”, but the most successful aspect is our changing perspective in the way we see the world. We keep on mapping and telling stories, stay tuned.

For more details on “Nature”: Enchanted Nature. Dialogo tra arte e scienza. Esempi di umana resilienza

For more details on mapping: Da Mountain View ai monti italiani

I Quaderni will be translated into English shortly

For more details on Enchanted Nature. Pictures by Carla Bordini Bellandi   

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