Sisma, paesaggio umano e urbano è il primo articolo del nuovo Quaderno Q16 “Paesaggi umani, paesaggi urbani” da luglio scaricabile qui
Il 30 ottobre 2016 alle ore 7:40 una scossa di terremoto di magnitudo 6.5 colpì Norcia e le aree limitrofe. Una scossa ben più forte di quella che solo pochi giorni prima (il 24 agosto) aveva colpito lo stesso territorio distruggendo Amatrice. Il Centro Italia nelle ore del 24 agosto vide rase al suolo intere aree abitate e subì notevoli perdite sia in termini di vite umane che di palazzi e luoghi pregni d’arte.
I soccorsi sono partiti subito come anche le promesse di ricostruzione e riorganizzazione del territorio. A oggi, interi paesi presentano ancora i danni del sisma e non vedono concluse le opere di ricostruzione.
Il terremoto del 2016: i danni
Il paese di Norcia ha subito gravi danni al patrimonio artistico e culturale, tra questi l’emblema è la Basilica di San Benedetto. Alcune frazioni come San Pellegrino, Campi di Norcia e Castelluccio di Norcia sono state quasi completamente distrutte.
La lenta ricostruzione
La macchina degli aiuti si mise in moto sin dalle prime ore, grande il dispiego di mezzi della protezione civile e militare intervenuti per portare aiuti e porre in sicurezza le aree devastate dalle scosse principali e dai successivi sciami sismici.
Rispetto alle precedenti gestioni, si ricordi il terremoto de L’Aquila, il Governo decise di decentrare le opere di ricostruzione attuando una politica di maggiore autonomia per i comuni colpiti. Una scelta che implicava passaggi procedurali e approvazioni successive. Pochi mesi dopo i sindaci dichiararono i procedimenti eccessivamente lenti e burocratici.
A oggi sono numerose le opere rimaste incompiute, i ritardi si ripercuotono anche sull’economia del territorio causando perdita di posti di lavoro e contrazione del comparto turistico.
La popolazione ha dovuto affrontare in un primo momento il trauma dell’evento improvviso e devastante, seguito dalla delusione dinanzi ai ritardi nella realizzazione delle opere e della normale ripresa delle attività economiche e produttive.
Solo nel 2019 la Basilica di San Benedetto è stata indicata come luogo di culto “simbolo” e per questo oggetto di uno stanziamento speciale per la ristrutturazione. Nel 2021 sono stati approvati definitivamente i piani d’intervento e le opere di ristrutturazione. Nel 2024 si dovrebbero terminare i lavori per la ricostruzione (così come era) dello strutturale della stessa Basilica, lasciando in sospeso i vani attigui come il cenobio. Il Commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, nel 2021, ha presentato un progetto pilota che vedrà coinvolto Castelluccio di Norcia. Un progetto innovativo, replicabile in altre aree, che prevede la ricostruzione degli edifici su delle lastre che isoleranno sismicamente le nuove opere. Un progetto che punta a preservare il territorio salvaguardando le opere in esso comprese.
Come è cambiato il territorio
Gli eventi sismici del 2016 hanno prodotto numerose variazioni alla morfologia del territorio. Il terremoto ha prodotto una variazione del suolo che interessa un’area di oltre mille chilometri quadrati [1], l’area di Norcia ha subìto uno spostamento verso ovest con delle faglie di superficie che arrivano fino a 180 centimetri. Aree in cui il livello collinare o montuoso si è ridotto e in cui i corsi d’acqua hanno subìto variazioni. L’apertura e la chiusura di sorgenti naturali ha provocato un mutamento anche delle economie che ruotano attorno a queste fonti idriche.
A questi danni si somma un cambio del territorio dovuto agli effetti della ricostruzione, la superficie occupata da abitazioni è notevolmente aumentata fino a raddoppiare in diverse aree. Questo a scapito delle aree verdi che erano prima orgoglio della zona e che circondavano l’area cittadina di Norcia. Un danno ambientale che ha ripercussioni sugli ecosistemi oltre che sul clima. Si pensi a come sono cambiate le sorgenti e l’utilizzo del verde. O a come sono aumentati gli spostamenti, quando prima del sisma ci si muoveva di più a piedi perché era tutto più vicino. E’ aumentato l’uso di condizionatori d’estate e del riscaldamento d’inverno, e abbiamo avuto la rappresentazione concreta di come è cambiato il clima dell’area: per un anno non c’è stato un filo di nebbia.
Quali azioni a tutela del territorio
L’Italia si estende su un’area ad alto rischio sismico, i terremoti non possono essere previsti ma potremmo fare molto per ridurre gli eventuali danni.
L’utilizzo delle moderne tecnologie consente non solo la progettazione di edifici più sicuri ma anche l’utilizzo di materiali più adeguati, in grado di resistere e assorbire l’onda d’urto senza arrivare alla distruzione.
Ciò non è del tutto sufficiente poiché il territorio deve essere anche tutelato attraverso opere di ordinaria manutenzione, come a esempio la pulizia dei letti di fiumi e torrenti al fine di ridurre il rischio di inondazioni. La mancanza del letto del torrente Torbidone, a Norcia, ha dato luogo, dopo il sisma, a un laghetto che poi è stato bonificato con l’intervento del genio militare.
Il rispetto dell’importanza delle aree verdi è essenziale: non sono solo un polmone, ma grazie alle radici, le piante e gli alberi possono ridurre il rischio di frane e smottamenti delle pareti stradali. Le aree verdi, con la ricostruzione, vengono spesso abbattute per far spazio a nuovi edifici. Ciò accade sia in ambienti rurali, sia in ambiti più urbani.
Il rispetto del nostro territorio è sempre più posto alla ribalta delle cronache a causa di eventi improvvisi che trovano le loro cause nell’assenza di cura e rispetto dell’ambiente.
Mantenere le aree verdi è un ausilio importante per la tutela del clima. L’incremento di fenomeni atmosferici incontrollati che causano notevoli danni sta diventando una delle principali emergenze che ci troviamo ad affrontare.
In questo senso, speriamo vivamente, che le prossime amministrazioni porranno delle attenzioni maggiori rispetto a quanto avvenuto finora. Occorrerà valutare la piantumazione di un maggior quantitativo di alberi per rendere le nostre città sia SMART, come promuovono i bandi attuali, sia SOSTENIBILI e ADATTE alla vita quotidiana, aspetto che dovrebbe rappresentare l’obiettivo di ogni buon “padre di famiglia”. Nel rispetto dell’ambiente e del territorio, nella riduzione del rischio di eventi imprevisti e per la salvaguardia della salute.
Per scaricare i Quaderni editi da il prato cliccare qui
[1] Si veda https://www.agi.it/cronaca/terremoto_suolo_deformato_per_oltre_1_000_km_quadrati-1213251/news/2016-11-02/