Rigenerazione urbana, socialità e turismo di Fabrizia Greta Silvestri è il primo articolo del Quaderno 15 “Turismo tra rivincita e rigenerazione” in uscita a maggio e che potrete trovare qui
“Durante la mia visita a Parigi lo scorso dicembre in occasione della COP21, volevo assolutamente visitare la Recyclerie prima di andare a Bourget. Il loro approccio è interamente ecologico e dimostra che economia e ambiente possono camminare insieme”. (DEBORA O.RAPHAEL, Directrice Environnement della città di San Francisco)
Ho sempre creduto nel riciclo come opportunità per non inquinare il nostro pianeta ma anche per dare nuova vita a qualcosa che non veniva più utilizzato. Forse perché essendo cresciuta con una nonna sarta in casa, fin da piccola ho avuto l’abitudine di indossare abiti creati da “vecchi” vestiti di clienti. Questo mi rendeva orgogliosa perché nessuno aveva abiti come i miei!
Nel 2021, durante il mio primo viaggio a Parigi post Pandemia, un amico mi ha fatto conoscere un luogo che è diventato il mio rifugio ogni volta che ci torno. La Recyclerie: non poteva avere nome più adatto al periodo post COVID che stavamo attraversando.
Azienda agricola e rigenerazione urbana
La Recyclerie è una piccola azienda agricola impiantata lungo la vecchia cinta ferroviaria di Parigi nel 18° Arrondissement. Nasce con lo scopo di sensibilizzare ai valori eco-responsabili in maniera costruttiva e ludica.
La Recyclerie è innanzitutto un luogo di incontro, dove si mangia, si studia, si lavora in modo responsabile. I suoi valori sono racchiusi nelle tre ERRE : REduire (Ridurre) REutiliser (riutilizzare) REcycler (Riciclare).
Mi ha talmente affascinato quello che accade all’interno di questa piccola azienda agricola urbana che ho chiesto di poter parlare con un loro responsabile per farmi raccontare da vicino la loro realtà.
Dal punto di vista agro-alimentare la Recyclerie si compone di diversi spazi complementari e interdipendenti: 3 casette per uccelli (è membro della Lega di protezione degli uccelli da agosto 2016) – 1 casa per insetti e aracnidi per facilitare la loro sopravvivenza invernale – 2 anatre corridori indiani che mangiano le lumache dell’orto – 2 porcellini d’India che fanno fuggire i parassiti – 1 tetto verde con 4 alveari per contrastare il declino delle api – 1 pollaio con 17 galline di 6 razze diverse che mangiano avanzi del loro ristorante – 1 lombricompostiera , di cui vi racconterò poco più avanti.
È proprio grazie all’utilizzo degli scarti alimentari della loro cucina come concime per nutrire i loro terreni, che riescono ad avere raccolti sempre più produttivi ed ecologici, poiché tutto nasce, si esaurisce e si rigenera dalla terra.
Coinvolgimento dei clienti
I “clienti” in prima linea vengono coinvolti in questo sistema di riciclo: al momento di alzarsi da tavola, dovranno separare gli scarti alimentari in un contenitore apposito che sarà utilizzato il giorno dopo per alimentare le galline.
La loro filosofia attira persone che sono alla ricerca di un sistema di vita più consapevole e sostenibile: chi è interessato viene munito di un apposito contenitore dove raccogliere i propri rifiuti che potrà riportare una volta riempito per poter essere utilizzato nella fertilizzazione dei terreni della Recyclerie, la lombricompostiera di cui vi accennavo poc’anzi. E in più è un’occasione per gustare l’ottimo caffè che viene offerto.
Nel 2016 si è costituita l’associazione “gli amici Riciclatori” di cui fanno parte gli abitanti del quartiere di Clignancourt, che partecipano attivamente agli atelier didattici messi in piedi dalla Recyclerie. Essa ha anche un risvolto sociale organizzando percorsi immersi nella natura per bambini autistici
La Recyclerie non si esaurisce nel campo agro-alimentare ma si espande nel riuso di oggetti e nella vita sociale.
Così “l’Atelier di René” offre la possibilità di far riparare oggetti, piuttosto che riacquistarli. O di crearne dei nuovi da materiali ormai inutilizzabili. E lo si può fare facendosi aiutare dal personale dell’atelier o da soli utilizzando gli utensili messi a disposizione.
Parigini e turisti
Il Cinema all’aperto, che organizzano ogni estate, non è frequentato solo dai parigini, ma da qualunque turista che voglia vivere profondamente la città, che non voglia essere esclusivamente colui che visita la Tour Eiffel o il Louvre, scattandosi dei selfie, ma colui che vuole vivere esperienze locali. In questo modo sdraiati su delle sdraio da mare, conversando con il vicino che non si conosce, ma con il quale si fa subito amicizia, nella frescura parigina, ci si rilassa davanti ad un grande classico internazionale, rigorosamente in lingua francese!
Per certo il turismo per la Recyclerie rappresenta solo una nicchia piccolissima delle proprie attività. Se però contestualizziamo questa attività con il turismo esperienziale e con un turista più esigente (in termini soprattutto culturali) possiamo notare come questa nicchia sia in crescita. Dai dati più recenti (fonte Experience Revolution di Arival) il turismo esperienziale si sta rivelando un’occasione anche per gli operatori più piccoli.
Questi operatori possono essere raggruppati in tre macro aree: tour (svolti da tour operator, guide o host locali) attività a destinazione (con offerta di attività culturali, culinarie, all’aperto) e attrazioni, che possono andare dai Musei agli osservatori astronomici, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
In tale ottica le esperienze sostenibili della Recyclerie entrano a far parte del turismo esperienziale e, credetemi, tutti gli italiani che hanno conosciuto questa realtà durante il loro viaggio a Parigi portano a casa una esperienza di viaggio e della città “vera”che ricordano con piacere e che fanno conoscere ad altri.