Finalmente è uscito il nuovo Quaderno, L’Uomo di Plastica, un titolo che racchiude i molteplici contenuti che troverete. Un Quaderno, questo numero 9, con una miriade di sfaccettature che ripercorrono il nostro Manifesto e sottolineano il “Facilitare l’interazione tra il mondo della cultura e il mondo delle aziende per crearenuove opportunità economiche partendo da ciò che già esiste.” Un percorso iniziato due anni fa e in continua evoluzione. A volte con qualche momento di stallo e di stanchezza ma per poi riprendere sempre con maggiore entusiasmo.
L’ Uomo di Plastica sottolinea maggiormente la relazione tra territorio/cultura e la relazione sempre più complicata tra Uomo e Ambiente. Se dovessimo dire in due parole, veramente due, il focus di questo numero diremmo certamente Alberi e Plastica. Alberi e Plastica tratteggiati ora come racconto, ora come poesia, ora come fatti di cronaca, ora come racconto di fantascienza. Gli Alberi e la Plastica diventano per gli autori il veicolo per parlare a tutto tondo di cultura e rilettura dei territori, di emergenze ambientali e di possibili correttivi, di uomo essere senziente ma anche di plastica, un non-uomo, essere inconsapevole che non vede o non vuole vedere.
Il punto di vista aziendale
Il Quaderno si arricchisce anche di un punto di vista aziendale da parte di una importante azienda veneta che si occupa di sistemi di automazione per la trasformazione delle materia plastiche. Le aziende di oggi sono responsabili della contaminazione plastica? Se sì, in quale misura? Stanno apportando dei correttivi? Oppure quello che è sotto i nostri occhi è il risultato di una mancanza di visione che ci porta indietro agli anni sessanta,quando Giulio Natta viene insignito del Premio Nobel per la Chimica per la realizzazione del polipropilene e del polietilene ad alta densità?
Al solito poniamo delle domande, al solito il nostro scopo non è tanto dare risposte ma quanto provocare un pensiero autonomo e critico. Contiamodi esserci riusciti anche con L’ Uomo di Plastica