“Turista o viaggiatore? Identità o anima?” Introduzione al Q14 “Dal turismo di massa al turista consapevole”
C’è una frase di un libro che io amo molto, “Il tè nel deserto” (The Sheltering Sky di Paul Bowles) che dice:
“- Siamo forse i primi turisti che vengono qui dopo la guerra
– Zitto, Tunner! Noi non siamo turisti, siamo viaggiatori
– Oh! Che differenza c’è?
– Il turista è uno che appena arriva pensa di tornare a casa, Tunner. Mentre il viaggiatore può non tornare affatto…”
Il romanzo non è certamente un romanzo sul turismo ma la domanda che sorge è: noi, cosa vogliamo essere, turisti o viaggiatori?
Una risposta a questa domanda ce la fornisce l’articolo di Lucia Ammendolia. L’ospitalità diffusa, il profumo dei paesini del Sud, l’accoglienza dei cittadini di questi paesini, il turista-viaggiatore che diventa “… viaggiatore attivo, propositivo, che si interroga su quello che ascolta, che assaggia, su cosa lo emoziona.” Il passaggio da viaggiatore attivo, che si sente accolto, che vuole capire, che “vive” i luoghi, a cittadino temporaneo è breve. Magari da temporaneo poi diverrà permanente, chi lo sa. Magari per mezzo di un turismo consapevole si potranno ripopolare dei luoghi ormai dimenticati o semi- abbandonati. Lo scopriremo nel prossimo futuro.
Passiamo ora a una nuova domanda: c’è la possibilità di pensare a un modo diverso di fare turismo rispetto al turismo di massa?
A questo risponderanno gli articoli di Ermes Tuon e Chiara Pegge. L’articolo di Ermes Tuon tratta del supporto che le mappe digitali possono dare a un turismo più inclusivo, della difficoltà di comunicare tale tipo di turismo e della percezione distorta della disabilità mentre Chiara Pegge si concentra sul turismo culturale, soprattutto musicale, e come questo turismo possa essere un driver per lo sviluppo di piccoli comuni organizzati in rete
E ora manco io… io cosa voglio?
La mia parte business capisce perfettamente le esigenze degli operatori (a vario titolo) del settore ma so anche che molto modelli di business sono superati dagli eventi, molti dei quali legati al cambiamento climatico. Un marketing plan si costruisce intorno ai target individuati, target diversi hanno bisogni diversi. Risulta evidente che a bisogni diversi corrisponde un’offerta diversa e che c’è chi apprezza, a esempio, la calca di persone e chi no.
A mio parere il punto fondamentale diventa un altro: quanto sostenibile può essere l’industria turistica? Che ruolo possono avere gli operatori?
Ora come ora ci sono luoghi insostenibili e qui non posso non citare la città che più di altre mi “appartiene”, dove ho studiato e lavorato e dove torno, Venezia.
L’educazione
Dopo la pandemia sembra un assalto alla diligenza, è tremendo da vedere. Si possono bloccare i turisti? No, anche se francamente trovo scellerata la proposta dei tornelli. Si possono far entrare tutti? Direi di no. E allora? Credo si tratti di educare il turista – e, non me ne vogliano ma anche molti cittadini, che affittano (magari in nero) tutto l’affittabile – di far scoprire anche altro da Venezia (come ho anche fatto con il progetto Storie d’Acqua), la provincia, la terraferma. Si potrebbe creare nuova occupazione anche in altre aree. La sostenibilità oltre che ambientale è anche economica e sociale, bisogna arrivare ad averne CONSAPEVOLEZZA e non utilizzare il vocabolo sostenibilità come parola alla moda per mantenere lo status quo. Si possono rivedere molte cose, per Venezia e per ogni luogo, calibrando e armonizzando i tre aspetti della sostenibilità e rendere i luoghi adatti alle PERSONE, non turisti, non cittadini ma PERSONE.
Che ne pensate di valorizzare l’ANIMA – non l’identità perché personalmente la considero divisiva- dei luoghi? Ne avevamo parlato anche in un altro Quaderno (il Q11) “Parlare di identità può creare divisione- pensate a nazioni, regioni, città diverse ognuna con una propria identità/storie, un senso di appartenenza più al luogo che ai valori che esso rappresenta- l’anima no, è un livello più intimo ed emozionale, valoriale, non può far dividere le persone ma solo unirle.
Iniziamo a cambiare, ce la possiamo ancora fare
Turista o viaggiatore? Identità o anima? è L’introduzione al Quaderno 14 Dal turismo di massa al turista consapevole. Per scaricare i Quaderni editi da il prato cliccare qui