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L’IMPATTO DI MUSICA E CULTURA SUL TURISMO

L’impatto di Musica e Cultura sul turismo di Chiara Pegge

“Prima dello sviluppo del turismo, il viaggio era concepito come studio

e i suoi frutti erano considerati l’ornamento della mente e la formazione del giudizio.”

Paul Fussel

Il turismo come fenomeno e lo stesso termine derivano probabilmente dal lungo viaggio intrapreso a partire dal XVIII secolo dai giovani dell’aristocrazia europea, il cosiddetto “Grand Tour”. Goethe, Stendhal, Burney sono alcuni dei nomi più famosi che lasciarono rilevanti testimonianze sul Bel Paese.

Il Grand Tour era un viaggio culturale durante il quale venivano approfondite le conoscenze di chi lo effettuava. I libri stampati successivamente si trasformavano quindi in una sorta di guide turistiche ancora attuali. Oggi, soprattutto negli ultimi tre anni, le modalità di fruizione di molte manifestazioni sono notevolmente cambiate con l’avvento della tecnologia . Ma l’esperienza diretta non può in nessun modo sostituirsi a quella di uno schermo. La cultura in generale e in particolare il turismo musicale generano impatti positivi sui territori che ospitano questo tipo di eventi. Un esempio significativo sono i Festival musicali: uno dei più conosciuti è quello di Salisburgo; il land austriaco genera quasi l’8% del valore aggiunto totale austriaco. A Bayreuth in Germania il Festival dedicato a Wagner, a cavallo di luglio e agosto, mette a disposizione sessantamila posti che vengono prenotati fino a sette anni prima. Il fenomeno del turismo legato alla musica e alla cultura, quindi, non è una novità e negli ultimi dieci anni sono stati scritti libri, tesi di laurea, atti di convegni in quantità industriale.

Musica cultura turismo

Eppure, l’argomento è ancora attuale e le prospettive di sviluppo di questo genere di turismo esperienziale sono notevoli. In tempi in cui si parla quotidianamente di sostenibilità e protezione dell’ambiente la domanda che dovremmo porci è quanto conta il valore dell’offerta rispetto al volume del turismo. In genere il turista culturale e soprattutto musicale ha un approccio del viaggio sicuramente più sostenibile. Il turista culturale pernotta almeno una notte e si dedica alla scoperta del territorio, apprezzando il paesaggio che lo circonda, visitando musei e monumenti nei dintorni. L’Italia è un concentrato di bellezza e i cosiddetti borghi minori possono puntare allo sviluppo del turismo sostenibile attraverso i prodotti culturali sviluppando politiche di audience development. Come vi chiederete, visto i costi da sostenere?

Musica cultura turismo

I piccoli comuni non hanno budget che possano permettere investimenti culturali. La precedenza viene giustamente data al settore sociale e, in questi ultimi tempi, a far quadrare i bilanci. Ecco allora l’importanza di fare rete, di lavorare in sinergia: istituzioni e associazioni per poter accedere a fondi europei; questi ultimi spesso spaventano per la difficoltà di gestire la rendicontazione finale scarseggiando il personale; si può osservare peraltro che ultimamente la commissione europea ha iniziato a semplificare alcune procedure e a implementare l’assistenza alla presentazione dei progetti attraverso i segretariati congiunti. Un altro tema da non sottovalutare e la qualità dell’offerta, soprattutto in campo musicale. Prima sono stati citati come esempio alcuni festival che si svolgono in ambito europeo. È chiaro che per motivi di budget un piccolo comune non può affrontare una tale organizzazione, sarebbe impensabile, ma si può offrire qualità senza impegnare capitali. Dare spazio ai giovani talenti, quelli veri, sarebbe già un passo in avanti. In Italia, se escludiamo manifestazioni super collaudate come i Festival dedicati a Rossini, Puccini, il Ravenna Festival del maestro Muti, il Festival dello Sferisterio di Macerata, Umbria Jazz, si tengono spesso rassegne musicali che non sono all’altezza dell’offerta musicale delle nazioni contermini. Il turista musicale che trova un’offerta di qualità va a Salisburgo ma potenzialmente potrebbe scegliere anche una manifestazione minore se l’offerta è di alta qualità e in un contesto architettonico e paesaggistico di valore che in Italia è praticamente ovunque.

Lo sviluppo del pubblico è un processo strategico, dinamico e interattivo per rendere le arti ampiamente accessibili. Ha l’obiettivo di coinvolgere individui e comunità nell’esperienza, nella fruizione, nella partecipazione e nella valorizzazione delle arti attraverso vari mezzi oggi disponibili per gli operatori culturali, dagli strumenti digitali al volontariato, dalla co-creazione alle partnership. Lo sviluppo del pubblico può essere inteso in vari modi, a seconda dei suoi obiettivi e gruppi target: aumentare il pubblico, attrarre un pubblico con lo stesso profilo sociodemografico del pubblico attuale; approfondire la relazione con il pubblico , migliorare l’esperienza del pubblico attuale; diversificare il pubblico, attrarre persone con un profilo sociodemografico diverso, comprese le persone senza precedenti contatti con le arti.” Guido Lucarno – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

L’impatto di musica e cultura sul turismo è il terzo articolo del Quaderno 14 Dal turismo di massa al turista consapevole che sarà presto scaricabile completo. Per scaricare i Quaderni editi da il prato cliccare qui

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Il cittadino temporaneo e l’accoglienza. Partendo da Sud

Il cittadino temporaneo e l’accoglienza. Partendo da Sud di Lucia Ammendolia

Secondo le ultime tendenze turistiche internazionali, il settore più in auge, in questo momento, è quello delle attività extra ricettive: B&B, case e appartamenti vacanza.

Già nel 2018, secondo un sondaggio ISTAT, gli alloggi privati sono stati i più ricercati con il 61% sul totale dei pernottamenti nazionali (fonte Datatur Federalberghi 2019). In particolare, al sud, dove la preferenza per strutture extra-ricettive e private hanno toccato punte del 67.4% contro il 48% del centro e del Nord.

In questi ultimi anni, a livello internazionale, c’è stato un forte sviluppo di società di affitti turistici che ha già conquistato il mercato, avvalendosi di nuove piattaforme in cui si possono trovare diversi tipi di alloggi: dalla casa vintage a quella con vista su panorami mozzafiato, alla casa in campagna e altre tipologie. Uno dei fattori che incide sulla domanda è che ci si inizia a spostare per periodi più prolungati nel tempo, anche per lavoro grazie allo smart working.

Il contesto, in cui questa evoluzione socioculturale si sviluppa, è quello in cui sta prendendo forma anche una nuova concezione di fruizione turistica con atteggiamenti diametralmente opposti da quelli che fino ad ora hanno significato il turismo mordi e fuggi.

La richiesta che arriva è quella di una esperienza a tutto tondo, in cui il viaggiatore inizia a scoprire i luoghi, ad osservare con calma ciò che gli sta intorno. Un vero percorso di viaggiatore attivo, propositivo, che si interroga su quello che ascolta, che assaggia, su cosa lo emoziona.

Un’esperienza che non è prevista nei viaggi organizzati, con itinerari scadenzati e scavezzacollo, in cui le visite sono delle corse per poter vedere la maggior parte delle cose nel più breve tempo possibile, senza nessuna interazione con “il locale”.

Il cittadino temporaneo e l'accoglienza
Casetta tipica di Condojanni- Foto di Lucia Ammendolia

Abitare i luoghi

Il viaggiatore vuole “abitare” i luoghi. Incomincia, così, a predisporsi a una originaria frontiera del viaggio: il divenire cittadino temporaneo.

Elemento per diventare cittadini temporanei è però soprattutto la volontà dei cittadini locali di accogliere il forestiero e farlo sentire a casa, accompagnandolo alla scoperta di quelle che sono anche le narrazioni del territorio, che non partono da un concetto tecnico ma squisitamente emozionale. Ad ogni azione corrisponde una reazione, quindi è il luogo stesso, con i suoi abitanti, che crea questo tipo di turismo. Non c’è odore di preconfezionato, si condividono con le persone: costumi, elementi naturali, spazi ed esperienze.

C’è un senso simbolico dell’abitare una casa. Farlo equivale ad inserirsi nel luogo in cui la casa è posta, all’interno di una situazione sociale, e ambientale, che sulla persona attiva una sensazione di familiarità e quindi immedesimazione nella realtà circostante.


Ogni casa narra di chi l’ha abitata e vissuta, ne racconta il tempo e le usanze. Vive, insieme alle altre case vicine, alle persone e al paese, aprendosi su una piazza dove ancora esistono gli odori, i sapori e le consistenze di un tempo andato, vissuto e che continua e rivive attraverso la memoria della gente.

Il cittadino temporaneo e l'accoglienza
Foto  gentile concessione di Caulonia Paese Alberga – Sala colazione, nella casa madre del paese alberga –

Partendo da un presupposto culturale legato alla Magna Grecia, nella quale il viaggiatore era sacro, al Sud è una costumanza ancora in uso quella di accogliere con calore il forestiero e cercare di farlo sentire a casa. A Matera, in occasione della sua candidatura a capitale europea della cultura, si evolve questo concetto e si amplia. Si arriva a una idea di tipo progettuale, nell’ambito turistico, che intende valorizzare le filiere locali e offrire, in particolare, quello che generalmente in Italia si riesce a fare meglio: l’accoglienza.

L’accoglienza nei paesi

La particolarità sta nel fatto che al Sud nascono su questa dinamica diversi progetti, ma anche evoluzioni spontanee di cittadini che cercano di rendere più accogliente il loro paese, ricevendo con entusiasmo e coinvolgimento il viaggiatore. Come il caso di Borgo Croce un piccolissimo borgo dell’entroterra calabrese, in provincia di Reggio Calabria, dove tutti i cittadini e le cittadine hanno iniziato una piccola rivoluzione attivandosi nell’abbellirlo e nel renderlo più ospitale. Ricreando, inoltre, alcune tipologie di esperienze come quella del turismo olfattivo, adesso molto di moda in diversi musei del mondo, dove le essenze nell’aere, profuse da piante e fiori in un ambiente semplice immerso in un contesto incontaminato, è un invito alla contemplazione della natura circostante

Il cittadino temporaneo e l'accoglienza
Foto su cortesia di Borgo Croce – vie di Borgo Croce ( RC)

Gli odori, che si respirano in quei tipici paesini del Sud, sono anche quelli dei cibi che vengono preparati in maniera semplice e lenta, come si faceva un tempo, e dove non mancheranno le signore, del posto, che escono fuori dalla porta di casa per offrire delle” bisciole” (polpette di verdura, o di carne, fritte) appena fatte ai turisti.

Via alle idee di Francesco, Pasquale, Valeria, Patrizia, Laura, Daniela, Teo, Luana, Manuela, Enzo, Rocco, Vanessa, Daniele, Tiziana , Riccardo, Giusy – dice Maria Grazia – insomma tutti a dare idee e consigli su cosa fare, sicuramente dimentico qualcuno, ma poco importa , Croce siamo noi, una famiglia allargata, una comunità dove tutto diventa casa, dove il tempo si e fermato agli anni ‘80, dove mangi in compagnia, dove non conosci la solitudine, dove ancora puoi lasciare le chiavi attaccate alla porta di casa, dove se passa uno “straniero” qualcuno gli offrirà da bere…” Tratta da post Fb di Borgo Croce

Poi c’è il paese di Caulonia, che attraverso un progetto di ristrutturazione di antiche case, che non vogliono essere solo spazio ma luogo che si espande, si organizza come Paese Alberga, dove oltre ad albergare, i viaggiatori, possono vivere, insieme alle persone del posto esperienze che vanno dalla raccolta delle olive a quella delle arance, alla rievocazione di antiche tradizioni.

Così come a Camini, dove oltre all’accoglienza turistica vengono accolti e inseriti nel paese anche cittadini extracomunitari, che attraverso progetti specifici riescono ad avere casa e lavoro, in una sintonia di reciprocità con gli abitanti del posto. Vengono così recuperati terreni agricoli e ripresi lavori tradizionali seppur rivisitati in chiave moderna. Ci sono botteghe dove poter imparare l’arte dei liutai, la lavorazione dell’argilla, o di altri mestieri tradizionali, che sono aperti sia ai viaggiatori che alle persone del posto, in particolare ai giovani e giovanissimi. Utilizzabili, quindi, anche come laboratori creativi.

Laboratorio di ceramica, Camini (RC) – Foto di Lucia Ammendolia

Il cittadino temporaneo è quindi un semplice viaggiatore che accolto in maniera familiare riuscirà in poco tempo ad avere contatti con la popolazione locale e a integrarsi nel tessuto sociale del paese. Si immergerà all’interno di un luogo che vuole sentire anche suo e lo rispetterà in maniera naturale. Questa è l’essenza vera del viaggio, come incontro tra culture ed arricchimento reciproco.

Il cittadino temporaneo e l’accoglienza. Partendo da Sud è il primo articolo del Quaderno 14 Dal turismo di massa al turista consapevole che sarà presto scaricabile completo. Per scaricare i Quaderni editi da il prato cliccare qui

Il cittadino temporaneo

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