Territorio da abitare
Il 19 maggio 2025 ho avuto l’opportunità di moderare, nell’ambito del Festival Dello Sviluppo Sostenibile 2025 promosso da ASviS, l’incontro Sostenibilità e Territori: un futuro da abitare, con uno sguardo particolare ai territori montani. Quelle “terre alte” divise tra overtourism e spopolamento, due fenomeni apparentemente in contrasto tra di loro che ci raccontano come l’approccio a un territorio estremamente complesso e fragile debba tenere conto di numerosi aspetti, tutti interconnessi tra di loro.
Da quella giornata è scaturita la volontà di dare un seguito a quel confronto attraverso un Quaderno.
Non solo per parlare di “terre alte”, ma anche per collegare la tematica ad aspetti più ampi. “Venezia è bellissima ma non ci vivrei”, o i turisti che si lamentano che “in questo luogo ci sono troppi turisti”, dimenticandosi del fatto che alcuni di quei turisti sono proprio loro, sono solo alcuni dei messaggi emblematici e contraddittori da cui partire. Senza dimenticarsi che, in quei luoghi, c’è anche qualcuno che ci vive, e che forse dovrebbe avere anche il diritto di esprimersi.

Ma anche qua le opinioni sono spesso divergenti. C’è chi vede il turismo come una risorsa, chi come una mucca da mungere, chi come una opportunità, chi come un fastidio. Per altri il turismo è visto come la causa principale dei disagi e dei prezzi alle stelle per gli alloggi, una situazione che costringe chi è nato in quei territori e vorrebbe viverci a trasferirsi altrove. Perciò non solo “attrazione turistica”, ma anche e soprattutto “vita”, “lavoro”, “cibo”, “cultura locale”, quelle piccole cose che di quel territorio costituiscono l’anima, quelle piccole cose senza le quali quel territorio semplicemente non esisterebbe come tale.
Dall’altro lato abbiamo luoghi che si spopolano, non perché non siano belli, ma perché non offrono prospettive a chi ci vive.
Tante tematiche, che devono necessariamente essere prese in considerazione assieme, perché affrontarne solo una parte porta spesso a causare uno squilibrio, peggiorando in realtà la situazione generale di quel territorio.
In tutto questo non dobbiamo dimenticare che i territori stessi non sono elementi statici. Gli interventi dell’uomo, quelli diretti e quelli indiretti, influenzano pesantemente la situazione di criticità delle aree più fragili. Basta pensare alla Tempesta Vaia, della quale nelle aree Alpine del Nordest si pagano ancora le conseguenze, o delle sempre più forti alluvioni in Emilia-Romagna.
“È vero che non tutte le catastrofi possono essere attribuite al cambiamento climatico globale. Tuttavia, è verificabile che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi.” A dirlo non sono io. Le parole sono di Papa Francesco, e fanno parte della Esortazione Apostolica Laudate Deum, del 4 ottobre 2023.
Territorio da abitare. Questo potrebbe essere il filo che collega i vari interventi di questo quaderno. Senza dimenticare che il turismo è un elemento chiave in molti di queste aree, dove gli alloggi turistici influenzano in modo significativo la situazione abitativa generale.
Abitare il turismo o essere abitati dal turismo?
È questa la domanda da cui parte Antonella Grana[1] per analizzare, partendo dall’esperienza di Barcellona, la dicotomia tra le città in cui non c’è più spazio per i residenti e i territori, soprattutto montani, in cui lo spopolamento avviene per mancanza di prospettive. Quali scelte hanno fatto le varie capitali turistiche Europee, e qual è l’insegnamento che ne possiamo trarre? Antonella si sposta poi nelle aree montane, dove “Se da una parte vediamo un grande affollamento turistico, dall’altra vi sono luoghi in cui il turismo scarseggia,”

Negli anni, come Progetto Re-Cycle, abbiamo parlato del turista come “cittadino temporaneo”, ma anche di come le località turistiche debbano pensare a forme diverse di accoglienza, per arrivare a un turismo che dobbiamo incominciare a immaginare “sostenibile”. In questa ottica si pone anche il nostro progetto Turistico 20.0 – il turismo dalle scuole al territorio. “Il progetto si concentra sul turismo sostenibile, ha l’obiettivo di valorizzare il territorio e di mettere in relazione il Nord e il Sud del Paese, coinvolgendo anche i futuri operatori turistici: studenti e studentesse di scuole turistiche.”
Modificare il rapporto, o meglio “creare un rapporto” effettivo tra comunità locali, strutture ricettive e turisti potrebbe essere un primo passo per cambiare le attuali dinamiche, e creare una forma di turismo più consapevole e meno conflittuale.
La carta di budoia
La Carta di Budoia è l’iniziativa che ci viene raccontata da Alessandro Pellegrini[1]. Si tratta di un documento di impegno volontario sottoscritto da numerosi comuni alpini, italiani e non solo, con l’obiettivo di affrontare in modo concreto i cambiamenti climatici a livello locale.

La Carta di Budoia non è solo una dichiarazione di intenti, ma uno strumento pratico che riconosce il ruolo fondamentale delle amministrazioni locali nel creare resilienza e affrontare le sfide poste dal clima, in particolare in un ambiente fragile come quello montano.
I comuni che aderiscono alla Carta si impegnano a:
- Attuare misure di adattamento ai cambiamenti climatici nelle proprie attività di pianificazione territoriale.
- Valutare i rischi e le opportunità legati al clima per il proprio territorio.
- Promuovere il dibattito pubblico e aumentare la consapevolezza di cittadini e visitatori sui rischi e le opportunità connesse ai cambiamenti climatici.
Un territorio più sicuro e sostenibile diventa di conseguenza un luogo più attraente per viverci. La prevenzione dei rischi e il miglioramento della qualità della vita sono fattori fondamentali per contrastare lo spopolamento e incentivare le persone, in particolare i giovani, a rimanere o a tornare in montagna.
il futuro del mercato immobiliare: verso un abitare consapevole e sostenibile.
I luoghi dove abitare sono quelli di cui ci parla Chiara Pegge[1], nel raccontarci il futuro del mercato immobiliare: verso un abitare consapevole e sostenibile.
Abitazioni dove la sostenibilità e il risparmio energetico sono elementi ormai imprescindibili, e dove il concetto di casa Smart sta sempre più prendendo piede nel mercato. Sostenibilità che significa anche ridurre, e possibilmente evitare il consumo di suolo, preferendo la riqualificazione (retrofit) delle abitazioni esistenti alla costruzione di abitazioni nuove. Il patrimonio Immobiliare Italiano è infatti obsoleto e circa 1/3 delle abitazioni non sono occupate[2].

ENEA ci dice che [1]“oltre il 60% di tale parco edilizio ha più di 45 anni, ovvero è precedente alla Legge 373/1976, prima legge sul risparmio energetico”
Se mettiamo assieme le due informazioni capiamo bene che la sfida per il futuro del mercato immobiliare di cui ci parla nel dettaglio Chiara è proprio quella di recupero dell’enorme patrimonio esistente, rendendolo efficiente e sostenibile.
Una visione del futuro che arriva direttamente dall’Unione Europea, con la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. “Un’ondata di ristrutturazioni per l’Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita“
Oltre al valore strettamente economico, Chiara ci parla anche del valore Storico del patrimonio Immobiliare, e di come questo debba essere considerato non un handicap ma una opportunità.
Chiudo questa introduzione con una nota personale: ho di recente acquistato, e riqualificato, un immobile degli anni ’70 in un’area montana con bassissima densità di popolazione, con un turismo diviso tra i giornalieri che vogliono passare una giornata in montagna per passeggiate e (perché no?) per qualche esperienza culinaria, e quelli che hanno acquistato una casa per passare più tempo possibile nel territorio. Per cui mi sento molto vicino a questi tre interventi, ed ho accettato con piacere l’invito a scrivere questa breve intervento.

Buona lettura
Territorio da abitare è inserito nel Q19 Sostenibilità e Territori: un futuro da abitare che sarà pubblicato a breve. Per leggere tutti i Quaderni cliccare QUI
[1] Rapporto ENEA Luglio 2024: La consistenza del parco immobiliare nazionale
[1] Chiara Pegge – Titolare CP Real Estate
[2] Rapporto Istat 1° agosto 2024: “Quasi un’abitazione su tre non è occupata. Più della metà costruita nella seconda metà dello scorso secolo”
[1] Alessandro Pellegrini, sindaco del comune di Capizzone dal 2014 al 2024
[1] Antonella Grana, Fondatrice e Presidente di Progetto Re-Cycle